La costruzione della linea ferroviaria Lugano-Chiasso (1873-1875). Aspetti di storia sociale (Italian)

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Nel 1873 la Gotthardbahn avviò sul territorio ticinese la costruzione delle cosiddette linee di pianura: la Lugano-Chiasso, la Bellinzona-Biasca e la Bellinzona-Locarno. Si trattò di una corsa contro il tempo per rispettare la scadenza del 6 dicembre 1874 che mobilitò migliaia di lavoratori soprattutto italiani. Esse costituirono la prima ossatura di un tracciato che dovette essere completato entro il 1882 con il collegamento attraverso il Ceneri, la tratta in direzione di Luino, le rampe d’accesso al Gottardo e il grande traforo alpino per connettere il Ticino al Nord delle Alpi.

Renato Simoni ne ha studiato la storia delle implicazioni sociali, confluita nel volume La costruzione della linea ferroviaria Lugano-Chiasso (1873-1875). Aspetti di storia sociale, 2024, con la prefazione di Orazio Martinetti, che va ad accrescere la collezione online della Fondazione Pellegrini Canevascini.

Il libro di 120 pagine è strutturato in due parti. La prima inserisce le opere realizzate in Ticino nel contesto elvetico. La costruzione delle linee ticinesi di pianura costituì un primo banco di prova per la Compagnia del Gottardo. Dal punto di vista finanziario essa comportò dei deficit colossali che fecero tremare l’intera operazione. Ma ciò che più interessa lo studioso di storia sociale in questa prima sezione sono le opportunità e le ricadute che questa grande iniziativa rappresentò per il Ticino. Diversi sono gli interrogativi a cui cerca di offrire delle risposte. Chi furono gli artefici della direzione tecnica e dell’esecuzione delle opere? Quale fu l’indotto dei cantieri ferroviari e chi ne seppe approfittare? Quali ricadute ebbero per la nascente industria, gli istituti di credito, il commercio e le comunicazioni? Insomma, in quale misura quest’opera colossale seppe coinvolgere il tessuto economico e sociale locale e beneficiare ai Ticinesi?

Il secondo versante dello studio risponde ad una serie di questioni di carattere socio-sanitario. La straordinaria mobilitazione di migliaia di lavoratori su pericolosi cantieri ferroviari generò pure ferimenti e malattie a cui si dovette far fronte con i nosocomi presenti nel cantone (la Carità a Locarno, il San Giovanni a Bellinzona, il Santa Maria a Lugano e il moderno OBV a Mendrisio sorto nel 1860). I due ospedali sottocenerini furono direttamente implicati nella gestione delle condizioni di salute degli addetti alla costruzione della Lugano-Chiasso. La loro documentazione ha offerto una preziosa risorsa per studiare in modo approfondito la sfida che un’opera di tali dimensioni rappresentò per il funzionamento delle strutture sanitarie.

Lo studio si conclude con  un avvenimento emblematico dei cantieri ferroviari, quello della tragica esplosione di dinamite all’ingresso meridionale della galleria di Maroggia, il 14 febbraio 1874, che provocò quattro morti. Anche in tale circostanza la ricchezza delle fonti locali – i verbali dell’inchiesta condotta da uno scrupoloso giudice di pace – ha permesso di calarsi nel vivo della vicenda, illuminando la storia generale.

Franamenti ed esplosioni dovute alla manipolazione della dinamite, una delle grandi novità impiegate in questa grande opera d’ingegneria, provocarono infatti decine di vittime sulle linee ticinesi, che occorre sommare a quelle più note del traforo del Gottardo. Esse sono qui identificate e collocate in un preciso contesto spazio-temporale: un riconoscimento alla verità storica che le toglie dall’anonimato e restituisce loro una più nitida identità.

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